Momento di annuncio
Annunciare il Vangelo della Pace
Presiede S.E. Mons. Giovanni Giudici
Presidente di Pax Christi Italia
Canto
Dal Vangelo secondo Matteo (5,1-11)
Vedendo le folle, Gesù salì sulla montagna e, messosi a sedere, gli si avvicinarono i suoi discepoli. Prendendo allora la parola, li ammaestrava dicendo:
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.
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Beati gli afflitti, perché saranno consolati.
Beati i miti, perché erediteranno la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati Agli di Dio.
Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i profeti prima di voi.
Dagli scritti di Tonino Bello
“Il Signore è sceso sulla terra assetata di pace e ha scavato il pozzo artesiano della pace, servendosi della Croce come se fosse una trivella… Adesso è compito nostro portare l’acqua in superficie e farla arrivare Ano agli estremi conAni della terra” (…)
“L’acqua è una: quella della pace. Le tecniche di conduzione, invece, … sono diverse e diverse sono anche le ditte appaltatrici delle condutture. Ed è giusto che sia così! L’importante è che queste tecniche siano serie, intendano servire l’uomo e facciano giungere l’acqua agli utenti: – senza inquinarla; – senza manipolarla; – senza disperderla; – senza trattenerla; – senza accaparrarsela; – senza farsela pagare”. (…)
“Se lungo il percorso si introduce del veleno, non si serve la causa della pace; se nell’acqua si inseriscono additivi chimici, magari a An di bene, ma derivanti dalle proprie impostazioni ideologiche, non si serve la causa della pace; se lungo le tubature si aprono
falle, per imperizia o per superAcialità o per mancanza di studio o per difetti tecnici di fondo, non si serve la causa della pace; se nei tecnici prevale il calcolo e si costruiscono le condutture in modo tale che vengano favoriti interessi di parte e l’acqua, invece che diventare bene di tutti, viene fatta ristagnare per l’irrigazione dei propri appezzamenti, non si serve la causa della pace; se gli esperti delle condutture si ritengono loro i padroni dell’acqua e non i ministri, i depositari incensurabili di questo bene di cui devono sentirsi solo i canalizzatori, non si serve la causa della pace; se i titolari della rete idrica si servono delle loro strumentazioni per razionare astutamente le dosi e schiavizzare la gente prendendola per sete, non si serve la causa della pace”.