Momento della denuncia:
Stili di vita, sobrietà e carità
Presiede S.E. Mons. Giuseppe Merisi
Presidente della Caritas Italiana
Canto
Dal Vangelo secondo Matteo (5,14-15)
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città collocata sopra un monte, né si accende una lucerna per metterla sotto il moggio, ma sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli.
Dal Messaggio di SS. Paolo VI per la Giornata Mondiale della Pace del 1977
Beati noi se questo conosciamo e crediamo; e se secondo questa fede sappiamo scoprire e mettere in azione il rapporto fra la Vita e la Pace. Perché vi è un’eccezione capitale al ragionamento su esposto, che antepone la Vita alla Pace, e fa dipendere la Pace dalla inviolabilità della Vita; è l’eccezione che si veriAca nei casi in cui entra in gioco un bene superiore alla Vita stessa. Si tratta d’un Bene di soverchiante valore a quello della Vita medesima, come la verità, la giustizia, la libertà civile, l’amore del prossimo, la Fede … Allora interviene la parola di Cristo: «Chi ama la propria Vita (più di questi Beni superiori), la perde» (cfr. Gv 12,25). Questo vi indica che come la Pace dev’essere concepita in ordine alla Vita, e come dall’ordinato benessere assicurato alla Vita deve la Pace risultare essa stessa l’armonia che rende ordinata e felice, interiormente, socialmente l’umana esistenza, così questa umana esistenza, la Vita, cioè, non può, né deve sottrarsi alle Analità superiori che le conferiscono la sua primaria ragion d’essere: perché si vive? che cosa dà alla Vita, oltre la ordinata tranquillità della Pace, la sua dignità, la sua spirituale pienezza, la sua morale grandezza, e diciamo pure, la sua religiosa finalità? Sarà forse perduta la Pace, la vera Pace, se sarà data cittadinanza nell’area della nostra Vita all’Amore, nella sua più alta espressione, che è il sacrificio? E se il sacrificio davvero entra in un disegno di Redenzione e di titolo meritorio per una esistenza trascendente la forma e la misura temporale, non ricupererà esso a livello superiore ed eterno la Pace, la sua vera, centuplicata Pace della Vita eterna? (cfr. Mt 19, 29). Chi è alunno della scuola di Cristo può comprendere questo linguaggio trascendente (cfr. Mt 19,11). E perché noi non potremmo essere questi alunni? Egli, Cristo, «è la nostra Pace» (cfr. Ef 2,11).
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