Momento della rinuncia
Educare alla pace
Presiede S.E. Mons. Domenico Sigalini
Assistente generale di ACI
Canto
Dal Vangelo secondo Matteo (10,1-15)
Chiamati a sé i dodici discepoli, diede loro il potere di scacciare gli spiriti immondi e di guarire ogni sorta di malattie e d’infermità. I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello; Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello, Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Moneygram money order Alfeo e Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, che poi lo tradì. Questi dodici Gesù li inviò dopo averli così istruiti: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. E strada facendo, predicate che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi. In verità vi dico, nel giorno del giudizio il paese di Sòdoma e Gomorra avrà una sorte più sopportabile di quella città.
Dall’intervento di Franco Miano, Presidente Nazionale ACI, all’incontro “Tracce di Pace”, Assisi, 24 Settembre 2011
La pace è il simbolo di una vitalità perenne che appartiene al cuore dell’uomo: l’uomo aspira alla pace. In ogni persona libera, autentica, giusta c’è un cuore che ama la pace, è il segno più bello dell’umanità. Si è uomini se si è in cammino in questa direzione.
Rispetto venticinque anni fa sono cambiate tante cose in realtà e sono cambiate tante forme attraverso cui questo dato si esprime: la realtà intorno a noi è cambiata. Pensiamo al crollo del muro di Berlino, pensiamo alla complessità del tempo attuale. I giovani di allora avevano in loro una grande speranza di trasformazione della società che in questo momento, oggi, può essere appannata dalla rassegnazione: non possiamo rassegnarci al male, dobbiamo vincere il male con il bene, questo è l’insegnamento offerto dal Vangelo. Esprime una continuità del tempo. L’obiettivo che devono avere i giovani è sbriciolare i muri nuovi che sono stati costruiti: combattere l’indi?erenza con un progetto comune, basato sulla centralità della persona. Come a sorpresa è crollati il muro di Berlino può sbriciolarsi anche il muro dell’indifferenza.
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